23 marzo 397 dopo Cristo, Milano, Basilica di Sant’Ambrogio. Potrà sembrare strano, ma dopo tanti anni stento ancora a crederci. Stento a credere all’esistenza del pavimento di coccio che sto calpestando con lentezza, stento a credere alla consistenza delle colonne – forti e strutturate – che sorreggono le pareti della navata maggiore… quelle stesse, robuste colonne a cui sono solito appoggiarmi quando mi aggiro fra queste mura sacre. Io, discendente della gens Aurelia, nato a Treviri in Gallia
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Transalpina, sono il vescovo di Milano. E queste pareti, queste colonne, questi capitelli sono l’ossatura e le membra della mia basilica prediletta. Il luogo racconta la mia storia, è il punto d’arrivo della mia parabola.